il problema di Livorno coi gay

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. prof. folletto
     
    .

    User deleted


    Mi hai battuto sul tempo Aida.

    E già, quando si dice l'ipocrisia: Livorno si autoproclama baluardo della libertà poi lascia spazio a commenti sessisti.

    Secondo me doic il problema che ci sono troppi vecchi non è solo di Livorno, ma dell'Italia intera.
     
    .
  2. Renxy
     
    .

    User deleted


    combaattiamoli questi vecchi.
     
    .
  3. Haran_Bonjo
     
    .

    User deleted


    organizziamo una mega tombolata cittadina over 75 e poi li facciamo fuori
    :giuda:
     
    .
  4. Aida82
     
    .

    User deleted


    Perchè Cosimi ha paura dei gay. E delle lesbiche


    La vicenda della discussione in consiglio comunale, dedicata all'istituzione del registro delle unioni civili, è indicativa per registrare la sensibilità in materia di diritti civili da parte delle forze politiche istituzionali.
    Basti ricordare che la discussione è avvenuta a seguito di un impegno preso dal consiglio comunale nel 1996 (!) sull' approfondimento del tema. Ci sono voluti quattordici anni, tre legislature, due sindaci e due vescovi per approdare in consiglio comunale ad una discussione sul merito della questione. Se si pensa a tutte le procedure d'urgenza, utilizzate in questi quattordici anni, per stravolgere il tessuto urbanistico e sociale della città il significato politico è chiaro. Favorire il benessere dei livornesi per la maggioranza è un problema, da rinviare nel tempo, mentre garantire gli indici di profitto dei consigli di amministrazione è continua procedura d'emergenza. Per arrivare al risultato che la città si è drammaticamente impoverita e le misure a sostegno, anche simbolico, del sociale non hanno nè organicità nè prospettive.
    Ma sappiamo benissimo che nel PD ogni argomento reale genera malessere e le unioni civili sono tra gli argomenti reali che creano i dolori più acuti.
    Tanto da far votare al partito di maggioranza in consiglio comunale una mozione che fa scivolare ogni decisione in materia di unioni civili a causa della necessità di un "approfondimento" (testuale). E così dopo quattordici anni di nulla il partito di maggioranza a Livorno decide di non decidere. Rinviando tutto ad un consiglio comunale di luglio quando, con la prossimità delle ferie, sarà facile trovare una soluzione di ulteriore affossamento della questione complice la classica disattenzione generale dei periodi vicini alle vacanze.
    E' bene essere chiari: il vero problema del registro delle unioni civili per il PD livornese non sono le coppie eterosessuali ma quelle gay e lesbiche. La chiesa avendo metabolizzato da tempo il divorzio potrebbe anche, alla fine, accettare la formalizzazione simbolica di questo genere di unioni. Si tratterebbe pur sempre, dal loro punto di vista di coppia "naturale". Il problema vero è invece rappresentato dal riconoscimento simbolico delle coppie formate da persone dello stesso sesso. E, in materia di rapporti con la chiesa, il PD livornese ha fatto una scelta di collaterismo blindato specie per quando riguarda i "valori". Scelta conseguente ad una politica di piena convergenza di interessi con i poteri forti della città. Cosimi così come sposa gli interessi dei militari, con cerimonie revisionistiche su El Alamein, si comporta allo stesso modo con la chiesa livornese. Comportandosi come un sindaco di provincia dell'ottocento, Alessandro Cosimi cerca l'alleanza stretta con il prete così come con il militare. E, proprio come nel classico bozzetto da provincia reazionaria, il medico (cioè lui) fa il sindaco dopo essere succeduto ad un altro medico (Lamberti) in una storia di reciproci veleni tipica delle vicende di potere delle contrade periferiche.
    E' davvero ingenuo credere che in questo ambiente (si fa per dire) politico da piccolo mondo chiuso si riconoscano i diritti tipici di una società contemporanea, creativa, aperta al nuovo. Tanto più che il centrosinistra una volta al governo si è rifiutato di portare avanti la legge sulle unioni civili. E tanto più quando il PD in alcune elezioni regionali, non solo si allea con l'UDC (che è per l'insegnamento scientifico delle teorie creazioniste, che è come sostenere che i bambini nascono dalla cicogna) ma avanza come nelle Marche programmi elettorali in difesa della famiglia "naturale".
    Ci sono quindi motivi locali e nazionali perchè il medico di paese, Alessandro Cosimi, tema la questione dei gay e delle lesbiche. Che non è solo materia da riconoscimenti simbolici, limitati al solo consiglio comunale, ma anche terreno politico di emancipazione possibile nelle politiche dell'amministrazione. Ma qui, onestamente, chi ce la vede una campagna di educazione sessuale contro l'omofobia nelle scuole livornesi quando all'istruzione in comune c'è la cattolicissima, e molto potente, Carla Maria Roncaglia?
    E ci scommettiamo che la signora Carla, assessore allo sviluppo (cattolico) della persona, in questo voto del PD qualcosa c'entra?
    Permettete quindi, amiche lesbiche e amici gay, un parere disinteressato. Se volete far valere i vostri sacrosanti diritti non ascoltate le parole di chi vi dice che, magari parlando con un assessore o con un consigliere, qualcosa si accomoda.
    Con il PD non si accomoda niente. Scendete i piazza, fate valere i VOSTRI diritti nella VOSTRA città e scoperchiate il velo di ipocrisia del centrosinistra che di sinistra ha giusto solo il ricordo. Questa testata può sostenervi in modo efficace.


    per Senza Soste, Bill Shankly
     
    .
33 replies since 19/9/2008, 10:08   938 views
  Share  
.